Scendono in lizza per guidare Roma Capitale anche i Liberisti italiani, che candidano per la poltrona di sindaco Andrea Bernaudo. Non è un volto nuovo della politica. È stato già eletto nel 2010, con circa 10 mila preferenze, al consiglio regionale, come indipendente liberale nella lista civica di Renata Polverini. Ora è in corsa per le elezioni comunali Roma 2021 per il partito Liberisti italiani. Il programma: «prevede la chiusura dei contratti di servizio con tutte le società municipalizzate di proprietà del Comune di Roma, a partire da Atac e Ama, per fare gare ad evidenza pubblica, mettendo al centro il merito e l’efficienza».
«Il Comune di Roma è un imprenditore che purtroppo ha fallito – spiega Bernaudo – che ha prodotto un debito mostruoso, e che non ha garantito nessun servizio degno di questo nome ai cittadini romani, ai pendolari e ai turisti. Bisogna partire da questa banale constatazione dei fatti, dei numeri e voltare pagina». L’amministrazione capitolina, secondo i Liberisti italiani, dovrebbe avere «un ruolo di indirizzo e di controllo, lasciando la gestione operativa alle libere imprese attraverso un sistema di gare, anche europee ed internazionali, ed alla verifica del mercato. Tutto questo a beneficio dei cittadini».
Poi la proposta dei taxi liberi, che funzionerebbero così: «il Comune rilascia una licenza sulla base del soddisfacimento di requisiti-base che devono possedere mezzo e autista del mezzo. E il taxista è libero di lavorare nell’intero territorio comunale nei quartieri e negli orari che preferisce». I taxisti sarebbero inquadrati come lavoratori autonomi. Sul fronte rifiuti, i liberisti propongono «l’immediata assegnazione a imprese private e specializzate del servizio di raccolta con procedure semplificate». Poi bisognerebbe realizzare «4 impianti nei punti cardinali della città».